Nelle mie opere, soprattutto le più recenti, non vi è una trascrizione di ciò che vedo; ma ciò che vedo e osservo sono spunto per una narrazione dove la natura è protagonista incontaminata e silenziosa, l’elemento architettonico, ove presente, ricopre un ruolo marginale o di controcanto.
Penso di potermi definire una paesaggista anche se ho trattato e probabilmente tratterò anche altri temi. Perché il paesaggio? Forse le mie radici, la mia infanzia e l’adolescenza trascorse a stretto contatto con la natura hanno permesso questo legame viscerale tanto da poter dire che il paesaggio naturalistico non è un elemento che mi appartiene, ma sono io che appartengo ad esso.